Vita e pensiero di Carlo Rosselli – Seconda Parte

Rosselli1 respingeva, proprio alla luce della tragica esperienza bolscevica, il vecchio e superato programma accentratore e collettivista, che faceva dello Stato l’amministratore, il gerente universale. Egli si rifiutava di pensare che l’espropriazione ed il passaggio forzato delle attività produttive alla collettività, fosse capace di determinare una trasformazione miracolosa. Rosselli proclamava come necessaria una riaffermazione libera alta e schietta dell’essenza dell’idealità socialista, fuori da ogni pregiudizio di scuola e di metodo.

2Il socialismo non significa la socializzazione, il proletariato al potere, e neppure la materiale eguaglianza.

Il socialismo, colto nel suo aspetto essenziale, è l’attuazione progressiva dell’idea di libertà e di giustizia tra gli uomini, è lo sforzo progressivo per assicurare a tutti gli uomini un eguale possibilità di vivere un’esistenza degna di questo nome, sottraendoli alla schiavitù della materia e dei bisogni che oggi ancora li domina.

Socialismo è la possibilità di formare liberamente la loro personalità in una continua lotta di perfezionamento contro gli istinti primitivi e bestiali e contro le corruzione di una civiltà troppo spesso preda del demonio del successo e del denaro.

Il nucleo della rivoluzione socialista non sta nel mutamento delle condizioni e dei metodi di distribuzione, quanto nel mutamento dei metodi di produzione e conduzione delle imprese.

Rosselli cercò poi di unire a questo concetto di socialismo quelli che sono i principi ideali e caratterizzanti del pensiero liberale e mazziniano: (2)”Il liberalismo è una teoria politica, che partendo dal presupposto della libertà dello spirito umano, dichiara la libertà stessa come supremo fine, supremo mezzo, suprema regola dell’umana convivenza.”

Rosselli si proponeva di perpetuare ed arricchire l’ideologia dell’ala radicale repubblicana d’epoca risorgimentale, adeguandola ai tempi mediante innesti dei riferimenti tratti dall’esperienza laburista anglosassone, soprattutto sotto l’aspetto economico.

Il liberalismo si propone di conseguire un regime di vita associata che assicura tutti gli uomini la possibilità di una piena realizzazione delle loro lecite aspirazioni. Ma Il liberalismo è oltre che un fine anche un mezzo, in quanto reputa che questa libertà non possa essere elargita o imposta, ma debba conquistarsi con duro, personale travaglio nel perpetuo fluire delle generazioni.

Sotto il profilo sociale, la componente mazziniana della sua formazione culturale e politica lo rendeva incline all’analisi della vita e alla risoluzione dei problemi delle classi più umili.

Il socialismo diviene liberalismo in azione, libertà che si fa per la gente.

Il socialismo è lo sviluppo logico del liberalismo il suo processo di completamento.

Il liberalismo diviene la forza ideale ispiratrice mentre il socialismo è la forza pratica realizzatrice.

Nel 1935 Rosselli era considerato da tutti gli intellettuali che affollavano Parigi come un punto di riferimento nella lotta al fascismo e al nazismo e in generale a tutti i nazionalismi o a movimenti di ispirazione fascista sorti in tutta l’Europa.

Fu l’OVRA la polizia segreta mussoliniana che iniziò a preparare la trappola entro la quale sarebbe caduto poi Rosselli.

Arturo Bocchini, capo della polizia, venne incaricato dallo stesso Mussolini e dal ministro degli esteri Galeazzo Ciano di eliminare fisicamente Rosselli che allora risiedeva nella capitale francese dove continuava ad infastidire in tutti i modi il regime.

Rosselli morì il nove giugno 1937 a Bagnolese De L’Orne, dove risiedeva col fratello Nello Rosselli.

Uccisero Carlo Rosselli, ma non uccisero l’ideale che ha portato con sé, ovvero che le rivoluzioni anche armate periscono, mentre una prassi riformista è destinata a perdurare nel tempo. A rendere l’uomo libero dal bisogno materiale e consapevole delle proprie necessità spirituali non è la rivoluzione ma la libertà data dalle riforme istituzionali. Dopo Il liberalismo viene il socialismo, dal socialismo viene liberalismo. Senza un’idea, senza libertà, senza difesa delle classi sfruttate, non ci può essere Stato democratico.

Bibliografia:

Vita di Carlo Rosselli, Aldo Garosci, Vallecchini, Firenze 1973.

Carlo Rosselli, socialista e liberale, donzelli editore, G. Pecora.

Note:

1) Bedeschi “L’utopia del Socialismo liberale”

2) Rosselli, Socialismo Liberale

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