L’assenza di un grande partito liberaldemocratico che rappresenti ciò che in Germania è la FDP e in Francia En Marche di Macron è un vuoto che si fa sentire nel panorama politico italiano. Al Paese serve un partito liberaldemocratico con posizioni molto chiare sui temi di dibattito pubblico.
Garantismo nel campo della giustizia, in difesa dell’articolo 27 della Costituzione che sancisce che ogni cittadino, fino a sentenza definitiva, non è colpevole. Purtroppo, nonostante l’art 27, negli ultimi 30 anni abbiamo avuto una media di mille persone all’anno, poi risultate innocenti, finite in carcere ingiustamente.
Europeismo e atlantismo in politica estera, perché i paesi UE e gli USA condividono con noi il sistema di democrazia liberale, al contrario dei regimi totalitari amici dei populisti.
Pragmatismo e serietà nell’affrontare il tema sicurezza, troppo spesso lasciato ai margini perché considerata una cosa di destra. La sicurezza non è un problema di destra, ma è un problema che esiste e come tale va affrontato.
Ci vuole una linea dura, parallela ad investimenti massicci in educazione e cultura, soprattutto nelle zone periferiche del Paese (Sud, periferie delle grandi città e piccole realtà di provincia) che troppo spesso sono state lasciate sole.
Sull’immigrazione invece servono Ius Culturae, potenziamento del sistema di integrazione, rimpatrio per chi non ha diritto all’asilo politico, aumento dei permessi lavorativi per sopperire la mancanza di manodopera lamentata da molte aziende e un piano per attirare i migliori cervelli nel nostro Paese dall’estero. L’immigrazione troppo spesso è diventato un tema di scontro tra tifoserie, quando invece per affrontarlo è necessario il massimo pragmatismo, per non cadere nelle idiozie dei sovranisti, che vorrebbero un paese totalmente chiuso e retrogrado, e per non cadere nel buonismo del tutti dentro della sinistra radicale, che non spiega come gestire e integrare le persone che arrivano.
Il partito liberaldemocratico che serve al Paese deve mettere al centro del suo programma anche il tema dei diritti. I diritti sono fondamentali per essere un Paese all’avanguardia. È assurdo che nel 2022 la cannabis sia un mercato in mano alle mafie e non sia invece gestita da privati che pagano le tasse, producono reddito e creano lavoro, ed è assurdo che un cittadino non sia libero di scegliere di morire, laddove fosse attaccato ad una macchina e stesse soffrendo.
Più liberismo in economia, limitando l’intervento dello Stato, che deve comunque essere presente e garantire un welfare efficiente, efficace e limitato, che sia alternativo ad una cattiva gestione della spesa. Esempi di buon welfare e di buona spesa pubblica sono l’assegno unico famigliare, gli investimenti sugli asili nido o il bonus cultura. Oggi più che mai un partito liberaldemocratico deve avere una linea molto rigida sulle tematiche economiche, soprattutto in un Paese come l’Italia, dove sono necessari investimenti e interventi strutturali, paralleli alla riduzione del debito, e allo stop alla spesa improduttiva.
In conclusione il partito liberaldemocratico che serve al paese, è il partito a cui attorno deve nascere una grande area alternativa ai populisti di destra e di sinistra.