Avete mai sentito dire frasi come “pagare tutti per pagare meno” o “il più grande problema dell’Italia è l’evasione fiscale”? Vi sfido a trovarmi un politico che non abbia mai detto una di queste due frasi (spoiler: è pressoché impossibile). Il problema principale dell’Italia è che i soldi vengono spesi male, non che lo Stato ne incassa pochi.
Facciamo prima una premessa: perché alcuni cittadini decidono di evadere? Uno studio del Parlamento europeo pubblicato su Eurostat ha mostrato una correlazione tra pressione fiscale ed evasione. Sette paesi membri Ue che hanno la pressione fiscale superiore al 40% si collocano tutti tra i 12 Paesi membri che hanno la più elevata evasione fiscale pro-capite annua.
Al primo posto ovviamente c’è l’Italia (potevamo non farci riconoscere?), ma a sorpresa al secondo posto c’è la Danimarca. Questo Paese ha un sistema anti-evasione efficiente e all’avanguardia, eppure è il secondo Paese europeo che evade di più. Andiamo quindi a leggere i dati e scopriamo che è il Paese europeo con la pressione fiscale più alta in assoluto, ben il 46% degli introiti di un cittadino finiscono nelle mani dello Stato.
Sono otto, invece, i Paesi che hanno una evasione fiscale pro-capite inferiore di ben tre volte a Danimarca e Italia: sono tutti appartenenti all’Europa dell’Est e hanno una pressione fiscale inferiore al 40% e in alcuni casi più virtuosi, come Romania e Bulgaria, anche al di sotto del 30%. Quindi, gli 8 Stati che evadono meno (e che evadono meno di 1/3 di quanto evade l’Italia o la Danimarca in rapporto alla popolazione) hanno tutti una pressione fiscale sotto il 40% (la media europea è il 40,3%). I due Paesi che in assoluto evadono meno hanno una pressione fiscale del 29% e 28% (Romania e Bulgaria). C’è quindi un’evidente correlazione.
Dopo questa breve premessa analizziamo invece il dato sull’evasione fiscale italiana.
Dal 2017 in poi l’evasione fiscale è stata in costante calo. Il 2022 è stato un anno record, sono stati recuperati ben 20 miliardi e 252 milioni rispetto agli anni precedenti. Nel 2006 sono stati recuperati “solo” 4,4 miliardi, nel 2007 6,4 miliardi, nel 2010 10,5 miliardi e così a salire fino al 2022. Ogni anno, eccetto che nel 2012, il recupero delle imposte non versate da parte dell’agenzia delle entrate è stato in crescita. Sono per caso diminuite le imposte? No, la pressione fiscale nel 2006 era del 39%, e non è mai scesa sotto questa soglia, addirittura aumentando a dismisura negli ultimi anni (sì, proprio quelli in cui c’è stato più recupero da parte dell’agenzia delle entrate). Nel 2021 la pressione fiscale era al 43,4%, nel 2020 al 42,7%, nel 2019 al 42,3%, nel 2018 al 42,1%. Sono numeri che dovrebbero far rabbrividire, quasi la metà di quello che un cittadino guadagna va in imposte o previdenza.
E nonostante il recupero dell’evasione, la pressione fiscale non diminuisce. Questo perché? Perché lo Stato ama il denaro, e se ottiene più entrate semplicemente avrà più soldi da spendere per finanziare qualche stravagante campagna. Non è mai successo che lo Stato abbia detto “quest’anno ho più soldi, li restituisco ai cittadini”. Più sono le entrate, più sarà la spesa. Abbiamo dei numeri record, solo nell’ultimo triennio lo Stato ha speso 113 miliardi di euro in bonus! Non in pensioni, non in retribuzioni, ma in bonus! E’ falso che il livello elevato d’imposte dipende da quanta evasione esiste. Le imposte dipendono da quanto lo Stato vuole spendere. Più vuole spendere, più imposte metterà.
La spesa pubblica ogni anno aumenta. Tra 2008 e 2018 è aumentata del 20,5%. Oggi ha superato i mille miliardi di euro arrivando a toccare il 54 % del Pil. Cosa significa questo? Che lo Stato ha sempre più soldi, eppure non ha mai abbassato le imposte. E questi soldi li sperperà pure. Potrei elencarvi decine e decine di bonus inutili (terme, monopattini, carburanti, auto, televisori, …) ma ve lo risparmio. Le condizioni di vita degli italiani non sono migliorate con tutta questa spesa pubblica, siamo infatti l’unico Paese europeo in cui i salari negli ultimi 30 anni non sono aumentati. Siamo al 69esimo posto mondiale per libertà economica. Nel 2023 abbiamo più pensionati che lavoratori. Questo è segno della necessità di un’inversione di tendenza. Serve un taglio della spesa pubblica, che è il problema principale. Ciò permetterà quindi un taglio delle imposte, e inevitabilmente si ridurrà l’evasione fiscale. Dichiarare invece di combattere nemici immaginari come il terribile evasore che fa pagare più tasse a tutti non serve a nulla, è solo una mossa demagogica per distrarre le masse.
Fonti: Italia oggi, Porro.it, RELAZIONE SULL’ECONOMIA NON OSSERVATA E SULL’EVASIONE FISCALE E CONTRIBUTIVA ANNO 2022 (art. 10-bis. 1 c. 3 Legge 31 dicembre 2009, n. 196), VAT gap in the EU. Report 2021, Italiaindati, Eamond, Fanpage, heritage, money, il sole 24 ore, La stampa, Eurostat