Hayek – La strada verso la schiavitù

-La borghesia deve cedere alla classe operaia. Siamo tutti soldati della rivoluzione. Vogliamo la vittoria dei lavoratori sullo sporco profitto. Questo è il socialismo.

-Dodici anni della mia vita di partito socialista sono o dovrebbero essere una sufficiente garanzia della mia fede socialista. Il socialismo è qualche cosa che si radica nel sangue

-Siamo un partito operaio perché vediamo nella prossima battaglia tra finanza e lavoro l’inizio e la fine della struttura del ventesimo secolo. Siamo dalla parte del lavoro e contro la finanza. Il valore del lavoro sotto il socialismo sarà determinato dal suo valore per lo Stato, per l’intera comunità

Facciamo un gioco. Chi ha detto queste 3 frasi? Marx? Turati? Craxi? Qualche intellettuale socialista? La prima e l’ultima le ha dette Goebbels, la seconda Mussolini. Incredibile vero?

“Cos’hanno in comune nazismo, fascismo e comunismo? Il socialismo.”

Hayek già nel 1944 era arrivato a questa conclusione. Nella sua opera “Road to serfdom” (La strada verso la schiavitù), Hayek si mette ad analizzare il collettivismo e scopre che le 3 grandi dittature del ‘900 hanno una cosa in comune: il socialismo. Si spinge addirittura a dire che “totalitarismo è la nuova parola che noi abbiamo adottato per descrivere le inaspettate ma tuttavia inseparabili manifestazioni di quello che noi chiamiamo nella teoria socialismo”, cioè, in breve, che totalitarismo e socialismo sono due parole che descrivono lo stesso concetto. Continua poi: “tutti pensano che da noi (Inghilterra) non potrà mai accadere quello che è accaduto con la Germania di Hitler. Tuttavia se avessimo chiesto ai tedeschi 20 anni fa se sarebbe potuto succedere quello che è accaduto, avrebbero risposto che fosse fantascienza (…) Ci sono dei sintomi in America e Inghilterra che alcuni chiamano tipicamente tedeschi, ma che in realtà sono appunto anche qui da noi. Aumento della venerazione per lo Stato, l’accettare “trend inevitabili”, l’entusiasmo per l’organizzazione centrale di tutto (la pianificazione). “

Pochi riconoscono che l’emersione del fascismo e nazismo non è dovuta ad un contrasto alle politiche marxiste, ma anzi né è il prosieguo, il suo risultato. Secondo l’autore, infatti, molti sono i tratti comuni tra i 3 totalitarismi e il socialismo: un esempio è che in questi sistemi l’individuo viene considerato come strumento (per raggiungere uno scopo) e non come fine. C’è un bene superiore da raggiungere ed è così prezioso che ognuno può essere sacrificato. Il collettivismo è intrinseco ad ognuno di questi sistemi. Vi è poi l’economia pianificata. Oltre, infatti, all’assenza di diritti e libertà, non vi è neanche spazio per il libero mercato. E’ lo stato centrale che decide cosa e quanto produrre. Verranno pianificate le strategie economiche nei diversi settori. Cosa comporta questo, oltre alla privazione delle libertà per il cittadino? Inefficienze. Il fornaio, per fare un esempio, si alza tutte le mattine alle 4 per preparare il pane. Sa quanto ne deve produrre e a quale prezzo venderne, perché conosce i clienti della sua zona. Il burocrate dello stato centrale, invece, come fa a sapere quanto pane va prodotto? Dovrà obbligare tutti i fornai a produrre un certo numero e ad un certo prezzo, senza avere le competenze o le conoscenze (aggiungiamo poi che nessuno può scegliere il suo lavoro nel totalitarismo, qualcun’altro sceglierà il lavoro di cui c’è bisogno in quel momento).

Ciò porta a incredibili inefficienze e a costi ulteriori. Si dovranno chiamare “esperti” (ben remunerati) che decideranno quanto pane produrre. Complicando ulteriormente il problema. E così accade in tutti i settori produttivi.  Per pianificare l’economia in ogni ambito bisogna sempre raggiungere compromessi. E quindi ogni azione non potrà essere presa del tutto. Inoltre le varie pianificazioni dovranno pure essere coordinate sotto una direzione unitaria. Naturalmente più lo stato pianifica, meno l’individuo può pianificare.

Perché vogliono quindi pianificare? Uno dei motivi (o meglio, una delle scuse) è che “il libero mercato porta degli svantaggi”, come le creazioni di monopoli. Anche se molti dei monopoli sono creati proprio dagli Stati e non dal mercato, non fatevi ingannare, l’alternativa di un’economia pianificata è molto peggio: lo Stato diventa unico monopolista, ed è anche più potente di qualsiasi monopolio.

Un’altra caratteristica comune è che per far funzionare questi sistemi c’è bisogno dell’uso della forza. Chi si farebbe depredare della sua ricchezza senza il proprio consenso? C’è un bene superiore, lo stato, tutto è lecito, anche la violenza. Paradossalmente poi, questi sistemi, portano al potere le persone peggiori e non i migliori. Solo chi accetta di compiere i peggiori crimini raggiunge i vertici. Chi è disgustato da questo modo di fare si allontana dalla politica. Una persona buona non accetterebbe mai di compiere crimini, per nessuno scopo. L’ascensore sociale, quindi, porta in alto solo le persone abiette e disposte anche ad uccidere.

Qualcuno potrebbe dire “ma all’epoca c’erano contrasti tra nazisti e comunisti, come te lo spieghi?”.           Le lotte apparenti tra nazismo e comunismo c’erano solo perché entrambi cercavano di ottenere lo stesso obiettivo, il controllo su tutti, il nemico di entrambi era comune, era il liberalismo. Entrambi volevano il controllo su ogni individuo, ambivano allo stesso spazio. Un po’ come lo scontro tra bolscevichi e menscevichi.

La grande utopia è che la libertà individuale e il socialismo possono coesistere. Ancora oggi qualcuno pensa sia possibile. Molti dimenticano che il socialismo agli inizi era autoritario. Gli scrittori francesi sapevano che queste idee potevano essere messe in pratica solo con una dittatura. Saint Simon diceva che chi non obbediva doveva essere trattato come una bestia.

Alcuni che oggi aborriscono il nazismo non si rendono conto di star lavorando per costruire qualcosa che porterà allo stesso (la tirannia). De Tocqueville diceva che la democrazia aumenta la sfera individuale di libertà. L’unica cosa in comune che ha la democrazia col socialismo è l’uguaglianza. Nella democrazia si è tutti ugualmente liberi, nel socialismo si è egualmente poveri e servi. Due uguaglianze differenti.

E per quanto riguarda il socialismo democratico? E’ molto diverso da quello che ho descritto qui sopra. Può esistere? Sì ma la condizione unica e indispensabile è che accetti il capitalismo e il libero mercato. Se invece ha come scopo quello di superare la società capitalistica è chiaro che porterà alla tirannia e alla povertà.

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