Perché Sos Enattos e la Sardegna? Ci sono diverse ragioni per cui il sito di Sos Enattos è stato candidato dall’Italia come possibile sito ospitante. Come accennato sopra, considerato il tipo di tecnologia estremamente sensibile al rumore sismico, il luogo di costruzione sotterraneo deve essere locato in un’area poco soggetta alla presenza di acqua sotterranea, con basso, o quasi nullo, rumore sismico, ovvero bassissima o quasi nulla attività sismica, così da poter massimizzare al massimo l’attività di rilevazione delle onde da parte degli interferometri. Grazie ai primi esami sismologici iniziati a gennaio 2021 “è emerso che ci troviamo in uno dei luoghi più silenziosi al mondo, caratteristica che lo rende particolarmente adatto per l’installazione del telescopio ET”[1], dichiara Carlo Giunchi (INGV), rispettando tutti i prerequisiti fisici e geologici: attività sismica pressoché inesistente e presenza di graniti duri e stabili.
Al di là delle motivazioni fisiche e geologiche, il sito di Sos Enattos è un eccellente candidato anche grazie a caratteristiche antropiche e culturali. Il sito si trova nella Prov. Nuoro tra Bitti, Lula e Onanì, un’aerea caratterizzata da un tessuto socioeconomico principalmente agricolo e rurale. Di conseguenza, la bassa densità di popolazione, le attività economica circostante quasi totalmente dedicata all’agricoltura, pastorizia e trasformazione di alimenti (settori che non creerebbero nessun disturbo agli interferometri dell’ET e viceversa), e la sua bassissima attività antropica circostante (totale assenza di ferrovie, aeroporti, industrie, miniere attive o altra qualsivoglia attività umana che possa compromettere la sensibilità e precisione dell’ET) rendono il sito minerario il luogo perfetto per la costruzione di un osservatorio come l’ET.
Nonostante le caratteristiche rurali della zona, la miniera dismessa di Sos Enattos è ben connessa al resto dell’isola: la strada provinciale SP73 collega il sito alla SS131 in meno di 10 minuti, gli aeroporti internazionali e i porti di Olbia e Cagliari distano rispettivamente 80 e 200 km , rendendo così il sito di Sos Enattos perfettamente collegato con il continente europeo.
Inoltre, un terzo delle 143,257 compagnie presenti sull’isola operano in settori strategici per la progettazione e costruzione dell’osservatorio, settori che includono l’ingegneria civile, imprese di costruzione, servizi IT, trasporti e il settore alberghiero e di ristorazione. Ultimo ma non meno importante, in Sardegna è presente un network di Università, istituti e centri di ricerca di notevole importanza, specialmente per quanto riguarda ambiti della ricerca relativi all’astronomia, fisica e ingegneria: nell’isola, infatti, sono presenti le Università statali di Sassari e Cagliari, ARIA Project (infrastruttura di ricerca promossa dall’INFN, finanziata dall’Università di Princeton e dalla RAS e inaugurata nel 2018 e in fase di costruzione), Sardinia Radio Telescope, Sardinia Aerospace District, e cinque distaccamenti del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).
Concludendo, questi elementi, combinati alle caratteristiche geologiche e fisiche della Sardegna, fanno del sito minerario, ormai dismesso, il perfetto candidato per la realizzazione dell’ET.
L’impatto economico atteso. L’ET implementa un tipo di tecnologia altamente avanzato, e considerato che il presente progetto è l’unico studio concettuale per la realizzazione di un osservatorio di onde gravitazionali di terza generazione in tutto il mondo, tale investimento infrastrutturale avrebbe un impatto economico e finanziario decisamente notevole, incrementando l’attività economica, il PIL e l’occupazione nelle aree circostanti, e nell’intera isola. Nonostante ciò, visto il fatto che la progettazione è ancora in corso, le varie valutazioni socioeconomiche del progetto sono del tutto provvisorie. Infatti, alcune decisioni riguardanti il design o il tipo di tecnologia che l’ET potrebbe richiedere sono ancora in fase di valutazione: questo potrebbe implicare un aumento del budget totale e il conseguente costo dell’operazione, elementi che dovrebbero portare conseguentemente ad una rivalutazione dell’impatto economico dell’ET. Tuttavia, il Dipartimento di Economia di Sassari[2] e altri istituti di ricerca hanno pubblicato a febbraio 2020 un rapporto sufficientemente dettagliato in cui economisti esperti spiegano i vantaggi che un’infrastruttura tale potrebbe portare alla Sardegna. In questo articolo suddividiamo l’impatto economico e finanziario in due frangenti: la fase di costruzione e la fase operativa del centro di ricerca.
- Trattandosi di un centro di ricerca dall’alto valore tecnologico e infrastrutturale, si stima che la realizzazione dovrebbe durare un lasso di tempo di 9 anni: con un costo iniziale di 1.7/2.0 miliardi di euro, l’ET in sé dovrebbe generare una crescita dell’attività economica di circa 6.2 miliardi, dato stimato in base alla domanda di beni e servizi associati alla fase di implementazione del progetto. Visto l’alto valore aggiunto della tecnologia richiesta per la costruzione dell’ET, ci si aspetta un effetto sul GDP di circa 2.3 miliardi, dato calcolato in base alla crescita del livello di produzione causato dalla domanda dei beni e servizi richiesti. Di conseguenza, l’aumento della domanda di beni e servizi, si traduce in un aumento della domanda di forza lavoro, il quale è stato calcolato di circa 36.000 FTE (full-time equivalent jobs).
- La fase operativa dell’ET che implementerebbe la ricerca e l’osservazione delle onde gravitazionali, dovrebbe richiedere 700 FTE annuali, tra tecnici, ingegneri, fisici, astronomi e ricercatori, generando un’attività economica di 127 milioni di euro e un aumento del PIL di 45.3 milioni di euro annui.
Concludendo, ci si aspetta che questo effetto economico benefici principalmente la Sardegna e le compagnie presenti nell’isola, vista la necessità di sviluppare economicamente il territorio sardo attraverso attività economiche che abbattano gli svantaggi derivati dall’essere un’isola.
Tuttavia, parlando della fase di implementazione, considerando che alcuni servizi e componenti high-tech richiesti per la costruzione siano offerti solo da pochissime compagnie in Europa, il Dipartimento di Sassari si aspetta che circa il 65-75% dell’impatto economico riguardi il territorio sardo, che si dovrebbe tradurre in circa 4.3 miliardi di Total output (domanda di beni e servizi associati alla fase di implementazione del progetto) e un effetto sul Pil di 1,6 miliardi di euro (crescita del livello di produzione causato dalla domanda dei beni e servizi richiesti).
[1] Di Giovanni, M., Giunchi, C., Saccorotti, G., Berbellini, A., Boschi, L., Olivieri, M., … & Punturo, M. (2021). A Seismological Study of the Sos Enattos Area—the Sardinia Candidate Site for the Einstein Telescope. Seismological Society of America, 92(1), 352-364. https://pubs.geoscienceworld.org/ssa/srl/article-abstract/92/1/352/592415/A-Seismological-Study-of-the-Sos-Enattos-Area-the?redirectedFrom=fulltext
[2] Atzeni, G., Cuccuru, S., Biagi, B., Deidda, L., Oggiano, G., & Vargiu, L. (2020). Einstein Telescope: An assessment of its economic, social and environmental impact in Sardinia. https://www.researchgate.net/profile/Luca-Deidda/publication/349303900_Einstein_Telescope_An_Assessment_of_Its_Economic_Social_and_Environmental_Impact_in_Sardinia/links/602960f1299bf1cc26c7dd97/Einstein-Telescope-An-Assessment-of-Its-Economic-Social-and-Environmental-Impact-in-Sardinia.pdf