Contro lo Stato etico

Cos’è lo Stato etico? Esso è lo Stato che pretende di essere non solo la fonte del diritto, bensì anche della morale. Cosa è giusto e sbagliato non dipende dalla tua personale coscienza e valutazione, ma viene imposto dallo Stato. Lo Stato etico è quello Stato che crea la morale, che si pone come decisore e giudice assoluto del bene e del male. Lo Stato etico decide qual è il comportamento ‘eticamente corretto’ e, invece di considerare i cittadini portatori di diritti e idee, pretende di educarli. Per sua natura è un regime totalitario, in quanto assume in sé e per sé tutte le azioni dei singoli individui. Erano Stati etici quello fascista, comunista e nazista. Fu teorizzato persino da importanti autori, come Hobbes e Hegel, in una concezione per la quale gli uomini sono sudditi anziché individui, ed il potere statale è assoluto. Capite da subito come una simile visione sia lesiva di qualsiasi diritto. Penserete forse che non potrà mai capitare, ma è veramente così?

Facciamo un esempio per chiarire le idee: è normale che lo Stato ti dica che puoi bere i superalcolici mentre non puoi fumare cannabis? Non c’è alcuna dimostrazione scientifica che la cannabis faccia più male di un superalcolico, anzi è il contrario. Eppure, lo Stato italiano vieta la prima e non i secondi. Qual è la giustificazione di tutto questo se non un semplice e infondato arbitrio del legislatore? Lo Stato non è il padrone delle nostre coscienze! Non spetta a lui dirci se un’azione, che non leda nessun altro individuo se non noi stessi, sia giusta o sbagliata.

Finché si rispetta il principio del neminem laedere (non danneggiare gli altri) qualsiasi azione dovrebbe essere lecita. Se io, con un esempio iperbolico, voglio giocarmi la casa su una partita di calcio, posso farlo. È moralmente sbagliato (per alcuni, magari per altri no) ma posso farlo, perché non sto danneggiando nessun altro se non me stesso. Qual è il limite tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato? Questo confine è il problema.

Lo Stato vieta attività che non recano alcun danno ad altri come fumare la cannabis, usufruire della prostituzione, mangiare carne sintetica, usufruire della gestazione per altri (GPA), etc. Allo stesso tempo permette altre attività, ugualmente se non maggiormente dannose: bere alcolici, giocare d’azzardo, tagliarsi un braccio, suicidarsi, etc. C’è Stato un caso famoso nei primi anni duemila che può tornarci utile. Alla signora M. (censuro per motivi di privacy) fu diagnosticato un diabete ed era necessaria l’amputazione della gamba: la signora rifiutò l’amputazione e preferì morire. Si mossero comitati e tantissime persone cercarono di farle cambiare idea, ma alla fine prevalse la sua volontà. Al di là dell’opinione che ognuno potrebbe avere su una questione simile e così delicata, questo esempio ci mostra come le azioni che non danneggino terzi siano ammesse in uno stato democratico, seppur drastiche e pericolose al punto da portare alla morte.

Alcuni potrebbero ritenere sia meglio vivere senza una gamba, altri potrebbero preferire morire piuttosto. La valutazione su cosa sia giusto o sbagliato per noi spetta solo a noi e a nessun altro. Ritenere il contrario è molto pericoloso. Lo Stato potrebbe infatti intromettersi nelle nostre vite e iniziare a prendere decisioni al posto nostro. Fumare fa male? È vietato. Bere alcolici fa male? Lo vieto. Ma fa male pure saltare la scuola, fare attività rischiose come pugilato, visitare Paesi poco sicuri, nuotare nel mare troppo a largo e così via. Capite bene che se iniziassimo a concedere uno spazio allo Stato per decidere sulla nostra morale, le nostre libertà sarebbero completamente ridotte e annullate.  La morale è l’insieme dei valori o principi in base ai quali l’individuo soglie distinguere il bene dal male. Se permettessimo allo Stato di effettuare questa valutazione sulle azioni che non danneggiano altri ma solo noi stessi, allora consegneremmo nelle mani dello Stato la nostra libertà.

La sfera dell’etica deve quindi essere lasciata nelle mani degli individui perché è soggettiva. Come può lo Stato, che altro non è che un meccanismo ed uno strumento dei cittadini, stabilire cosa sia giusto o sbagliato per milioni di persone? È ovvio che sia impossibile, non si potrà mai giungere ad un’etica universale; non resterebbe, quindi, che prendere decisioni arbitrarie ricorrendo a mezzi violenti per imporre una morale comune. Un esempio sono le teocrazie islamiche, dove lo Stato non si limita a disciplinare il diritto, bensì anche la morale, con la previsione di pene per comportamenti “moralmente sbagliati”, come l’omosessualità, l’adulterio, le relazioni sessuali al di fuori del matrimonio o l’apostasia.

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