Riccardo Onano

Quale sia il ruolo ed il limite entro il quale lo Stato deve muoversi, è argomento di discussione e riflessione da quando l’entità statale ha iniziato a formarsi. Con l’avvento del liberalismo, il ruolo dello Stato è stato fortemente ridimensionato, cercando di affidargli ruoli precisi ma fondamentali. L’idea liberale si contrappone all’idea più “classica” di uno Stato quasi onnipotente. Questo non significa affatto però che il dibattito si sia spento, ed anzi, anche tra i liberali, si è ricominciato a parlare di Stato etico? Ma cos’è?

Nessuno ama pagare le tasse, questo è certo. Ma il contributo che ogni cittadino da pagandole, è un sacrificio che compie per vivere in uno Stato organizzato e con servizi funzionanti. Lo Stato raccoglie risorse per spenderli a vantaggio di tutta la popolazione. Però è inevitabile che alcuni manchino al loro dovere di contribuire alla spesa pubblica. Si instaura così un circolo vizioso di evasione ed aumento della pressione fiscale, aggravato da una pessima gestione dei fondi pubblici (pensiamo ai vari bonus ancora in circolo). Per combattere contemporaneamente evasione ed aumento delle imposte, la strada è la razionalizzazione delle spese dello Stato.

Prosegue la rubrica degli approfondimenti dei personaggi e delle opere della storia liberale. Oggi scopriamo un frammento del pensiero di Hayek, a cura di Riccardo Onano, che ci illustra l’opera “Verso la schiavitù”.

Partiamo da una domanda: cos’hanno in comune nazismo, fascismo e comunismo?

Esiste una cultura diffusissima in Italia, per la quale ogni spesa di cui si fa carico lo Stato non pesa su nessuno. Vale l’idea per la quale i fondi pubblici si creano e consumano da soli, senza alcun tipo di conseguenza; da qui, la malsana idea di stampare moneta per ogni evenienza, di inventare bonus per ogni occasione e di sperperare denaro in mille rivoli senza ritorno. Attraverso dei piccoli aneddoti, Bastiat ci spiega quanto dannoso possa essere spendere senza pensare alle alternative.