Gabriele De Fazio

BRICS: mattoni di carta

I BRICS sono percepiti essere, sia da chi li teme che da chi li osanna, come la vera alternativa al monopolismo statunitense e all’Occidente in generale; su di loro grava l’aspettativa di iniziare il processo di de-dollarizzazione dell’economia globale e traghettare il mondo verso il multipolarismo. Ma un obiettivo così ambizioso presenta di per sé una grande quantità di ostacoli e difficoltà. E gli scontri interni, di certo, non rendono il compito più facile.

Guerra in Israele: il tempo della coesione

In seguito all’inaspettato attacco del 7 Ottobre da parte di Hamas contro Israele, il mondo occidentale ha riscoperto le proprie divisioni interne. Sono tante e le conosciamo, ma sono il focus sbagliato. Il riaccendersi della questione israelo-palestinese porta con sé tutta una serie di tematiche che meritano di essere affrontate e considerate e che conducono ad una sola risposta: il sostegno (non incondizionato) a Israele e l’unità dell’Occidente, in un mondo sempre più piccolo ed instabile.

Disordini in Francia: un problema che viene da lontano

Siamo quasi abituati a sentir parlare di proteste in Francia. Periodicamente, infatti, dei piccoli moti si accendono per contestare questa o quella misura del Governo: solo per citare alcuni casi recenti, abbiamo avuto manifestazioni contro l’aumento del costo del carburante o contro l’aumento dell’età pensionabile. Questa volta la protesta è contro la violenza della polizia, ed è scoppiata a seguito di un terribile fatto di cronaca. La protesta, sfociata in violenza (de)generalizzata, è un’occasione per parlare di immigrazione, modelli di accoglienza, rivendicazioni sociali e laicità, tutte unite da un unico fil rouge: la democrazia.

L’importanza del dialogo per l’area liberaldemocratica

Ultimamente, si sta assistendo ad un rapido collasso della capacità di confronto all’interno dell’area liberaldemocratica. In seguito alla rottura del Terzo Polo, ogni partito sta cercando di differenziarsi; una reazione più che spontanea. Ciò che spaventa, è come l’elettorato abbia messo da parte la bandiera dell’unità di area in men che non si dica, forse anche più in fretta delle stesse dirigenze dei partiti. Comprensibile, in parte. Ma ciò che non possiamo accettare è il basso livello di dialogo ormai raggiunto. Se vogliamo essere davvero l’alternativa valida che diciamo di essere, non possiamo prescindere dal dialogo, soprattutto in questo momento.

Elezioni in Turchia: come e perché ci riguardano da vicino

Nella giornata di oggi si volgeranno in Turchia le elezioni per il rinnovo del Parlamento e per la carica di Presidente della Repubblica. Questa ricorrenza, più che mai, ci riguarda da vicino. La posizione della Turchia è diventata sempre più rilevante negli ultimi anni, ed ancor di più dall’inizio della guerra in Ucraina, pur mantenendo un atteggiamento ambiguo (se non ostile) nei confronti dell’Occidente, di cui è formalmente alleata. Queste elezioni potrebbero però cambiare il volto del Paese: la sfida è tra Erdogan, presidente uscente, e Kiliçdaroglu, appoggiato da ben sei partiti d’opposizione.

Cittadinanza: la via per combattere il populismo

Non è semplice parlare di populismo. Non è facile definirlo né tantomeno indicarne precisamente i limiti; è un concetto incredibilmente ampio, soprattutto se consideriamo la radice della parola: popolo. L’innalzamento del concetto di popolo ha tutta una serie di conseguenze (non nuove) che porta allo sminuimento dell’individuo. Ma cosa accadrebbe se al “popolo” si sostituisse il concetto di cittadinanza?

Meritocrazia, questa sconosciuta

Il dibattito intorno alla meritocrazia divampa periodicamente nel nostro Paese, senza che nessuno impari nulla, ed anzi imputando al merito “immeritate”. Questa volta, a far scattare la scintilla è il nome del Ministero dell’Istruzione e del Merito.

In difesa della liberal-democrazia

Partiamo da un dato: secondo l’EIU Democracy Index, il 2021 è stato l’anno più critico per il modello democratico nel mondo, registrando l’indice globale più basso della storia moderna. Secondo lo studio, nel 2021 il 45,7% della popolazione mondiale viveva in un regime democratico; un calo considerevole rispetto al solo 2020, quando la percentuale di popolazione mondiale all’interno delle democrazie era del 49,4%. Visto nel dettaglio, il dato è allarmante, perché mette in evidenza come vi sia stato un calo a livello globale della qualità della democrazia

Oltre la guerra in Ucraina: la difesa comune europea

In quanto liberal-democratici, la nostra politica estera non può che poggiarsi su europeismo e atlantismo. Le ultime settimane, più che mai, ci danno ragione di questo orientamento. La NATO ha garantito e garantisce la nostra sicurezza. L’Unione Europea ci ha permesso di vivere anni di pace, sviluppo e prosperità economica. Ma oggi, a 70 anni dalla fondazione delle CECA (poi UE) e a 73 anni dalla formazione della NATO, siamo spinti ad un passo ulteriore. Un passo necessario, forse anche obbligato. In quanto liberal-democratici, la nostra politica estera non può che poggiarsi su europeismo e atlantismo.

Energia nucleare: una risorsa irrinunciabile

L’energia nucleare è tornata al centro del dibattito negli ultimi giorni, dopo che la Commissione europea l’ha finalmente etichettata come energia verde. Ma come al solito, non se ne riesce a discutere seriamente, con dati alla mano. Neppure quando la sua necessità diventa evidente ed innegabile. Nemmeno quando gli eventi ci portano a convergere su una rivalutazione di questa risorsa.