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Meritocrazia, questa sconosciuta

Il dibattito intorno alla meritocrazia divampa periodicamente nel nostro Paese, senza che nessuno impari nulla, ed anzi imputando al merito “immeritate”. Questa volta, a far scattare la scintilla è il nome del Ministero dell’Istruzione e del Merito.

In difesa della liberal-democrazia

Partiamo da un dato: secondo l’EIU Democracy Index, il 2021 è stato l’anno più critico per il modello democratico nel mondo, registrando l’indice globale più basso della storia moderna. Secondo lo studio, nel 2021 il 45,7% della popolazione mondiale viveva in un regime democratico; un calo considerevole rispetto al solo 2020, quando la percentuale di popolazione mondiale all’interno delle democrazie era del 49,4%. Visto nel dettaglio, il dato è allarmante, perché mette in evidenza come vi sia stato un calo a livello globale della qualità della democrazia

Oltre la guerra in Ucraina: la difesa comune europea

In quanto liberal-democratici, la nostra politica estera non può che poggiarsi su europeismo e atlantismo. Le ultime settimane, più che mai, ci danno ragione di questo orientamento. La NATO ha garantito e garantisce la nostra sicurezza. L’Unione Europea ci ha permesso di vivere anni di pace, sviluppo e prosperità economica. Ma oggi, a 70 anni dalla fondazione delle CECA (poi UE) e a 73 anni dalla formazione della NATO, siamo spinti ad un passo ulteriore. Un passo necessario, forse anche obbligato. In quanto liberal-democratici, la nostra politica estera non può che poggiarsi su europeismo e atlantismo.

Energia nucleare: una risorsa irrinunciabile

L’energia nucleare è tornata al centro del dibattito negli ultimi giorni, dopo che la Commissione europea l’ha finalmente etichettata come energia verde. Ma come al solito, non se ne riesce a discutere seriamente, con dati alla mano. Neppure quando la sua necessità diventa evidente ed innegabile. Nemmeno quando gli eventi ci portano a convergere su una rivalutazione di questa risorsa.

Bipolarismo, male assoluto

Il Bipolarismo, ultimamente diventato bipopulismo, è uno dei mali assoluti della politica italiana. Quando in un talk show o in un telegiornale i presentatori parlano di centrodestra e centrosinistra, il messaggio che arriva all’elettorato è quello di uno scontro tra due blocchi, limitando così la scelta dell’elettore a destra e sinistra, quando in realtà la politica è molto più complessa di così, e non vede uno scontro tra due idee ma tra diverse idee. Ogni partito rappresenta una famiglia politica, un programma, un’idea di Paese.

Le praterie dei Liberali: oltre la Destra e la Sinistra, oltre Mario Draghi

La fine del 2021 e l’inizio del 2022 hanno prontamente rimesso il Belpaese di fronte alla durezza della realtà. Superata la fase romanzata dell’Italia “modello e locomotiva d’Europa”, archiviata la stagione degli inattesi trionfi calcistici, eccoci qua a fare i conti con i problemi di sempre: manovra finanziaria, pandemia galoppante e contesto politico frammentato, instabile ed inconcludente. Chiariamo subito una questione: nessuno tocchi Mario Draghi.

Il bisogno di un polo liberal-democratico

La crisi pandemica da Covid-19 ci ha dimostrato quanto la nostra classe dirigente sia di fatto impreparata ad affrontare le grandi sfide della politica. Le grandi questioni
del nostro Paese (pensioni, spesa pubblica, tassazione, debito, ecc.) non sono nate a causa della crisi, ma sono state da essa accelerate e rese ancora più urgenti. Ed ai gravi problemi economici del nostro Paese, si sono poi aggiunte le tensioni sociali: prima contro la quarantena, poi contro i vaccini, infine contro il green pass; tutti sentimenti cavalcati e ravvivati dai comportamenti ambigui di una certa destra. Da sinistra il clima non è migliore, trovandoci davanti a proposte di “chiusurismo” oltranzista, anche davanti al miglioramento dei dati pandemici.